Sagn’ a pezz’ all’abruzzese
Sagn’ a pezz’ all’abruzzese
Sagn’ a pezz’ all’abruzzese
Sagn’ a pezz’ all’abruzzese
Sagn’ a pezz’ all’abruzzese

Ingredienti per 4 persone

600g di semola di grano duro
Acqua q.b.
Un pizzico di sale
PER IL RAGU' ALL'ABRUZZESE
Un pezzo di spalla di agnello
Due salsicce
4 costine di maiale
800g di passata di pomodoro IoconBio
Sale
Extravergine Terre Rosse q.b.
Parmigiano grattugiato (facoltativo)
Una foglia di alloro
Uno spicchio d'aglio
Un bicchiere di Montepulciano d'Abruzzo
Le sagn a pezz' all'abruzzese rappresentano una delle ricette cult di questa terra. Fatte solo con semola e farina possono essere condite con ragù abruzzese (di carni miste) o con il rinomato sugo 'finto'. Questo piatto fa parte di diritto delle ricette del cuore. Da bambino restavo incantato a vedere nonna ammassare. E il ricordo si coltiva e si tramanda tenendolo vivo...

Procedimento

1.Per prima cosa mettete a fare il sugo facendo un trito fino del sedano, della carota e della cipolla
2.Soffriggete in extravergine Terre Rosse, insieme a una fogli dai alloro e a uno spicchio d'aglio schiacciato in camicia
3.Quando è tutto ben rosolato, sfiammate con un bicchiere di montepulciano d'Abruzzo, fate evaporare l'alcool e poi aggiungete la passata di pomodoro IoconBio
4.Lasciate cuocere il ragù a fuoco basso per circa 4 ore, aggiungendo di tanto in tanto un po' d'acqua per non farlo addensare troppo
5.Passate adesso alle sagre. Disponete la farina a fontana, versate un bicchiere colmo di acqua e iniziate a impastare
6.Quando avrete ottenuto un impasto liscio e compatto, stendete la sfoglia con il matterello
7.Avvolgete la sfoglia sul matterello e tagliatela per lungo
8.Adesso tagliate le sagne facendo dei sacconi romboidali
9.In abbondante acqua salata cuocete le sagne e quando cotte (dovranno cuocere altri 4/5 minuti dopo che tornano a galla) mettetele non troppo asciutte in una 'spasetta'. Condite cl sugo e i pezzi di carne e (se preferite) spolverate di parmigiano e aggiustate di peperoncino

Non ricordo una domenica mattina della mia infanzia e adolescenza in cui non mi sia svegliato senza i profumi di sugo. E insieme a questi profumi i fontana per sagnerumori, in dialetto le scruocche, che nonna faceva fare alla pasta girata a mano con il matterello. Già, era la mia amata nonna Melina a dirigere questa orchestra del gusto. Ed è a lei, insieme al mio papà e ai ricordi di nonno Ciccillo, che devo il merito di questa malattia incurabile chiamata cucina.

Casa mia in paese (quella Villa Santa Maria che noi chiamiamo La Vill’ ma che i più conoscono come la Patria dei cuochi), era ed è su tre livelli, come la maggior parte delle abitazioni antiche dei piccoli centri. All’ultimo piano la zona notte, nel mezzo la cucina e il salone e sotto la cantina che col tempo si è trasformata in una splendida taverna. Va da se che appena svegli, insieme ai miei fratelli, si scendeva al piano di mezzo, il piano degli odori e dei sapori. Il piano dove regnava incontrastata nonna Melina. E lì che la vedevi all’opera, sempre impasto sagne2che l’ muandesin attaccat’ (il grembiule legato) e le mani costantemente ‘in pasta’. Le variazioni al tema del cucinato di casa mia cadenzavano le pettele di sagn a pezzgiornate e le stagioni, soprattutto quelle dei fine settimana: sagn’ a pezz’ col ragù abruzzese o sugo ‘finto’ o maccarun’ che l’ov’ (pasta all’uovo). Ma anche gnocchi o polenta e spuntature.E ancora sagnatiell’ e fasciuol’ (sagne e fagioli), taglielin’ a l’ brod’ (tagliolini in brodo), timballo. E mi fermo ai primi anche se potrei andare avanti con un intero ricettario, tanto brava e instancabile era la nonna. Oggi parliamo della regina delle ricette: le sagn’ a pezz’ che altro non sono che dei maltagliati fatti con acqua e semola, conditi o col sugo finto (pomodoro e odori, senza carne) o con il tipico ragù abruzzese fatto con carni miste di agnello, maiale e vitello.

le sagn’ a pezz’ altro non sono che dei maltagliati fatti con acqua e semola, conditi o col sugo finto (pomodoro e odori, senza carne) o con il tipico ragù abruzzese fatto con carni miste di agnello, maiale e vitello.

pettolaCome dicevo la mia infanzia è stata cadenzata da questi riti e ogni volta, fin sagn a pezz tagliateda piccolissimo, mi intrufolavo in cucina per impastare, infarinare, tagliare. Nonna mi faceva fare, anzi mi invogliava. Ancora sento il sapore della pasta mangiata cruda o le fette di pane bagnate al sugo: questa sì una vera colazione da campioni. Ma bando ai ricordi (che mi commuovono sempre un po’) e andiamo alla ricetta, così come tramandatami da nonna Melina.

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